21.5.07

5 commenti:

nicola palumbo ha detto...

Bella la foto di Carletto... hai letto anche poesie sue? Grazie per la visitina al mio "bloggo per immagini"! :)

nicola palumbo ha detto...

p.s. guarda questo: http://www.youtube.com/watch?v=CcXCaXz0GbU

Anonimo ha detto...

"[...].Ma soprattutto comincia pian piano, con sempre maggiore insistenza, passione e scarsa lucidità ad espormi le sue teorie, a spiegarmi perchè siamo tutti morti, a convincermi di quanto sia bello camminare a testa alta e sbattere il tuo sorriso spavaldo in faccia alla gente, far loro capire quanto la vita sia comunque bella nonostante ci si trovi sempre più nei casini. Un giorno, senza troppi preamboli, mi scrive: "leggi Bukowski". Senza nemmeno chiedermi perchè dovrei farlo, esco. Prendo la prima corriera e finisco dritta in libreria a chiedere di questo Bukowski.
Il titolo del libro mi fa sorridere, e già guadagna punti. "Storie di ordinaria follia. Erezioni Eiaculazioni Esibizioni.". Fantastico. Prima panchina e mi siedo. Pagina 9, si parla di una tipa... -essenziale come scrittura, penso-. E' un racconto, dura solo poche pagine. Si legge velocemente. Ma ormai è tardi. Ormai sono innamorata. Della tipa, di chi ne ha scritto la storia, di chi mi ha detto di leggerla. Continuo, e di pagina in pagina scopro le parole che descrivono tutto quello che ho dentro. E la cosa disarmante è la semplicità, la schiettezza con cui le mie emozioni sono state scritte da questo uomo tanto lontano.
Bukowski, tra parola e parola inserisce la sua esperienza, la sua Verità, l'apatia a cui, a volte, il vivere a contatto con il resto del mondo costringe, l'alienazione a cui un'uomo solo può arrivare. Bukowski è l'uomo che con una buona dose di disperazione dice che "l'uomo è vittima di un ambiente che non tiene conto della sua anima", e si sente rispondere: "tu l'hai persa all'asilo la tua anima, Bukowski. Ora vai a lavarti e preparati per la colazione...".
Charles Bukowski, noto anche con lo pseudonimo di Henry Chinaski, mette in prosa e in poesia la sua vita, la sua infanzia e la sua adolescenza vissute tra una rigida famiglia di origine tedesca, un padre beone e violento e una faccia rovinata da un' acne vulgaris, che ha compromesso i suoi rapporti d'amicizia o affettuosi per tutta la durata della sua vita.
Queste due condizioni, l'isolamento sociale e la violenza subita che, come lui stesso afferma in un'intervista, "quando ti picchiano abbastanza a lungo ed abbastanza forte, hai la tendenza di dire ciò che pensi veramente", hanno messo Bukowski in una posizione di vantaggio , che unita al talento del poeta-prosista-giornalista, gli hanno permesso di fare osservazioni franche, e dare altrettanto sincere condanne all'umanità, senza il timore di perdere un lavoro o di rimanere escluso da qualche cliché. In un certo qualmodo si può dire che la sua acne, non è stato solo il motivo che ha vincolato tutto il suo cammino umano e letterario, ponendo l'uomo Bukowski all'esterno della società, ma può anche vedersi come metafora della sua opera. L'autore individua nei suoi lavori l' "acne" della società, ciò che di disfigurante ed offensivo c'è nell'ambiente in cui egli vive, Los Angeles, senza ricorrere ad ornamenti stilistici per abbellire ciò che bello non è. Ma la caratteristica forse più conosciuta del vecchio Hank è l'amore per l'alcol. O meglio, l'amore per l'alienazione che lo stato d'ebrezza porta con sè.
Bukowski scrive in uno dei suoi primi lavori: "Ubriacarmi era bello, decisi che mi sarebbe sempre piaciuto ubriacarmi. Allontana l'ovvietà e forse se ti tieni lontano abbastanza spesso dall'ovvietà, potresti correre il rischi di non diventare ovvio tu stesso". Così, bere e cercare di essere "non-ovvio" rimasero la principale occupazione di Bukowski fino ai suoi ulimi giorni, e scrivere, dal 1960, dopo anni trascorsi a viaggiare, a fare lavori saltuari, malamente stipendiati, a scrivere qualche articolo su testate locali e publicare poesie, si scoprì essere la sua vera vocazione.
Gli aspetti meno apprezzabili della vita, la svogliatezza dovuta alla delusione e alla disillusione, uno stile di vita inacettabile, una sessualità aspra, spesso volgare, tutto questo descritto in modo divertente e mai veramente cinico hanno fatto sì che Charles Bukowski diventasse un'autore-culto, uno di quegli uomini di cui si sceglie di conoscere i pensieri, per vedere le cose da un altro punto di vista, per leggere quello che tutti sanno, ma che nessuno ha il coraggio di dire con schiettezza.

Cass"


ciao simone. manchi un bel pò a questa piccola vita...
ripensaci. ti abbraccio

Anonimo ha detto...

tranquilla, non preoccuparti più del giusto.. risposte realmente cattive non ne ho per nessuno.. però.. a volte non si capisce bene come vanno le cose a sto strano mondo. non credi!? eppure.. vanno così accipicchia!

cymon

grg_crs ha detto...

bucoski beveva uischi !!! bea foto !!!